Virunga non è solo un documentario, è un vero e proprio reportage di denuncia sulla guerra nel Congo con al centro i Gorilla di montagna.
Il documentario si svolge nel Parco nazionale di Virunga nel Congo Orientale, dove un gruppo di persone cercano disperatamente di proteggere gli ultimi Gorilla di montagna rimasti al mondo.
I gorilla sono animali belli e resistenti.
Ma il bracconaggio e la distruzione dell’habitat hanno spinto le loro popolazioni sull’orlo dell’estinzione negli ultimi decenni.
Il parco nazionale è designato come sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO, un luogo che sostiene i maestosi gorilla di montagna e una vasta gamma di biodiversità. L’esistenza stessa del parco nazionale e dei suoi abitanti è minacciata quando si scopre che il parco si trova in cima a vasti giacimenti di petrolio.
Come sempre il pretesto per distruggere tutto è il denaro.
La lotta tra le compagnie petrolifere e le guardie forestali si intensifica mentre le compagnie petrolifere sfruttano il conflitto tra le milizie ribelli locali e il governo. Questo film descrive le dure realtà che attivisti e guardie forestali devono affrontare nella loro ricerca etica per la conservazione. Non si tratta solo di una minaccia ai Gorilla di montagna che sarebbe già grave di per se, qui avviene un vero e proprio sfruttamento politico della popolazione umana.
Orlando von Einsiedel fa un ottimo lavoro nel rendere emozionante e colpire lo spettatore con i conflitti del Congo nel suo insieme.
E’ stato anche sorprendente sapere che Leonardo Di Caprio è il produttore esecutivo, decisamente il suo impegno per la salvaguardia del pianeta non si ferma.
Il Parcon Nazionale di Virunga è l’unico posto al mondo dove ancora si possono trovare i Gorilla di Montagan
Il contesto di Virunga
Virunga inizia mostrando il compito quotidiano dei ranger di rintracciare e fermare i bracconieri all’interno del parco, il momento è piuttosto intimo, mostra il funerale di un renger morto in servizio.
Il regista ci fa immergere immediatamente il contesto tratteggiando la storia burrascosa del paese. A partire dagli inizi durante la colonizzazione europea alla fine del XIX secolo. Il filmato accelera mostrando una parvenza di progresso con la dichiarazione di indipendenza del Congo del 1960. Seguita dall’esecuzione del leader della rivoluzione un anno dopo. Da qui l’esportazione di metallo trasforma sempre più il Congo in una risorsa per le industrie globali. Scoppia la guerra civile sullo sfondo del genocidio ruandese all’inizio degli anni novanta. Un altra parvenza di tranquillità si vede con il trattato di pace del 2003 e le prime elezioni democratiche nel 200. Ma la certezza è evidente, il Congo è stato intrappolato in un ciclico che alterna tra provvisoria stabilità al disordini. E questo ci porta al momento presente.
La compagnia petrolifera SOCO usa la corruzione, l’intimidazione e la politica per cercare di raggiungere il proprio obiettivo.
Orlando von Einsiedel esprime chiaramente che se la SOCO avrà il permesso di iniziare a perforare all’interno del parco nazionale, questo creerà un gravissimo precedente. E presto anche altri parchi riceverebbero pressioni. I gorilla di montagna in via di estinzione sono un punto focale dell’esistenza dei parchi nazionali in Congo. Un animale che può esistere solo in natura, il loro numero è diminuito fino a poche centinaia a causa del bracconaggio incessante.
Il solo pensiero che si possa deturpare un parco nazionale legalmente è un ossimoro. Verrebbe da pensare a cosa servono allora i parchi naturali che le associazioni e i governi istituiscono, sarebbero una bugia ?
Bisogna dare un senso alla propria esistenza su questa terra
Il documentario mostra delle scene crude di come i gorilla di montagna più anziani vengono uccisi. Cosi facendo i bracconieri possano catturare indisturbati i cuccioli per venderli. Sicuramente è una cosa orribile da poter solo pensare. Il nostro pensiero dovrebbe andare ai ranger del parco, i quali affrontano questa come la battaglia principale.
Nel parco di Virunga c’è una vera e propria guerriglia, e i ranger la stanno combattendo per amore dei Gorilla e per amore della propria nazione, dato che il parco è l’unica speranza rimasta per questa terra.
Alla fine, saremo giudicati se restiamo inermi mentre il parco sparisce.
Mi ha fatto piacere scoprire che, dopo l’uscita del documentario, una petizione lanciata dal WWF contro la compagnia petrolifera SOCO è riuscita a raccogliere oltre 750.000,00 firme. La società è stata bandita dalla perforazione nei parchi nazionali e ha dovuto tenersi fuori dai siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Questo documentario è un esempio di come una informazione ottima e fatta bene possa raggiungere il suo obiettivo.
Noi desideriamo che il parco viva per sempre.