Come funziona la Legge del Karma
Ogni volta che reagiamo a qualcosa nella vita creiamo un seme (Bija) biochimico (assetto ormonale) che si deposita nelle fibre biologiche. Un insieme di Bija costituisce una predisposizione (Vāsanā), che in quanto tale potrebbe rimanere inattiva (Mappa Neuronale), ma se la potenziamo con l’abitudine essa si trasforma in un impressione stabile (Saṃskāra, Assetto Neuroproattivo). Queste se rimangono inerti sono dette Mṛta, se si attivano a fasi alterne si chiamano elastiche (Dṛha) e se sono stabili e profonde vengono chiamate Bhāvana. In tale ottica soprattutto le profonde creano il tessuto per il famoso Karma. Il termine letteralmente significa: azione, agire, e con esso si intende il frutto di ciò che compiamo.
I quattro tipi di Karma
Di Karma ne esistono quattro tipi: Sañcita, Prārabdha, Kṛyamana e Āgāmi.
- Il primo è stato depositato nelle precedenti incarnazioni ma non lo sconteremo in questa vita
- il secondo anch’esso proveniente dal passato è già un conto da pagare in atto
- il terzo viene seminato e pagato durante l’esistenza in corso,
- il quarto lo creiamo oggi per pagarlo nella prossima reincarnazione
Si evince così che il Karma non è un monolite, un qualcosa di non modificabile, non corrisponde al concetto di destino della tradizione Greca. Il Karma, o meglio la legge che ad esso sottende, è composto dalle nostre intenzioni (Kalpa), sono queste che ci predispongono verso un futuro roseo o nuvoloso. La neuroplasticità, ovvero la scienza che studia le modificazioni del cervello in base all’agire, ha confermato la visione indiana appena esposta. Nel mio testo Tantra e Scienze Moderne cito diverse ricerche scientifiche odierne a supporto di quanto esposto.
Take care of your intentions!