Il senso dell’Io è presente solo quando siamo coscienti o appartiene anche alla sfera del subconscio ?
Normalmente si crede che l’Io sia una porzione psichica solamente cosciente (stato di veglia) e che l’inconscio sia abitato solo dalle pulsioni istintuali, ergo di basso livello. In realtà ciò non è completamente vero. La mente è una struttura stratificatasi attraverso 5 macro livelli:
- l’Io, principalmente cosciente ma non solo
- il subconscio, manifestantesi nei lapsus, nei meccanismi di difesa ed in parte nei complessi
- l’inconscio personale, sede delle pulsioni primarie
- l’inconscio collettivo, sede degli archetipi sociali
- e l’inconscio superiore, sede delle qualità basali della coscienza: la presenza mentale, l’amore, le funzioni di conservazione della totalità (virtù), più gli archetipi radice, ossia la coscienza, la luce, il suono etc.
Ora il senso dell’Io non è presente solo a livello conscio, ma altresì nella sfera subconscia ed in quella inconscia. È proprio dall’inconscio che procede la spinta all’individuazione dell’Io. Allo stesso modo, l’inconscio non è sede solo delle pulsioni basali, bensì anche delle virtù superiori, che vanno realizzate ed integrate con la funzione della persona prima e con il suo trascendimento poi.

Quale è allora l’ottica del senso dell’Io rispetto a quella dell’inconscio?
da questa tensione deriva l’afflato realizzativo dell’Io. Ebbene il regno sotterraneo combatte per l’attuazione delle sue forze mentre il guardiano, che lavora a cielo aperto (l’Io), combatte per canalizzare le prime senza perdere di mira le funzioni vitali (cervello rettiliano) e quelle sociali (cervello mammaliano). Tutti i flussi magmatici del sottosuolo sembrano minare il processo d’individuazione della persona mentre in realtà sono visti dall’inconscio come mezzi validi all’ottimizzazione del percorso. Ciò che va compreso è proprio il livello di tolleranza e integrazione delle spinte subliminali all’interno di un percorso di senso. È dunque l’Io, il nostro migliore amico, colui che completa il tragitto e che alla fine dell’individuazione riesce a gettare un’occhiata attenta alla coscienza oltre i confini ordinari. Senza individuazione dell’Io gli stadi che vengono ritenuti transegoici sono in realtà pre-egoici. Dobbiamo ringraziare i nostri vizi allora, perché in essi si cela il segreto della compattazione della persona.
Think about it!