Il Sanscrito

Il Sanscrito, tra le lingue antiche, è sicuramente tra le più recenti. Venne confezionato intorno al IV sec a.C. da un manipolo di grammatici, tra i quali spiccò Paṇiṇi (contribuirono anche Katyayana, II a.C., e Patan͂jali, I a.C.).

Letteralmente saṃskṛtam significa “perfezionato” o meglio “perfettamente confezionato”, deriva in via diretta dal vedico, con il quale sono scritti i Veda, e a sua volta dal protoindoeuropeo. Questa era la lingua agli Arya, i gruppi nomadi dell’Andronovo, società indoeuropea stabilitasi nel nord ovest del’India nel secondo millennio prima di Cristo e proveniente dagli stati a sud dell’odierna Russia: Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Afghanistan. In India, il primo ceppo indoeuropeo si stabilizzò nella punta estrema del Sindhu (Indo) a nord ovest, dando luogo alla cultura dello Swāt, nella zona del Gandhāra, e poi da lì si mischiarono lentamente ai Vallindi, gli Harappan, creando la suggestiva cultura vedica.

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Iacopo Nuti

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Articoli sul Sanscrito

  • Il Sanscrito in Occidente

    Il Sanscrito in Occidente

    “La lingua sanscrita, quale che sia la sua antichità, è una lingua di struttura meravigliosa, più perfetta del greco, più copiosa del latino, e più squisitamente raffinata di ambedue, nonostante essa abbia con entrambe una affinità più forte, sia nelle radici dei verbi sia nelle forme della grammatica, di quanto probabilmente non sarebbe potuto accadere per puro caso; così forte infatti, che nessun filologo potrebbe indagarle tutt’e tre, senza credere che esse siano sorte da qualche fonte comune […]. Tanto il gotico quanto il celtico […] e l’antico persiano potrebbero essere aggiunti alla medesima famiglia […]” (A. Giacalone Ramat e P. Ramat (a cura di), Le Lingue indoeuropee, Bologna, Il Mulino, 2003, p. 45). Queste parole fanno parte del discorso storico che Sir William Jones pronunciò nel 1786 alla Asiatic Society di Calcutta. Nel suo elogio della lingua sanscrita, il giurista e orientalista inglese corroborò alcune intuizioni di studiosi e viaggiatori europei che lo avevano preceduto. Per esempio nel 1585 Filippo Sassetti, mercante fiorentino trasferitosi in Oriente, aveva notato delle corrispondenze tra alcune parole sanscrite e italiane (es. deva/Dio, sarpa/serpe, nava/nove). Ma è Franz Bopp (1791-1867), considerato il padre della linguistica storica, che dopo quattro anni di studio di lingue […]

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