Il Sanscrito

Il Sanscrito, tra le lingue antiche, è sicuramente tra le più recenti. Venne confezionato intorno al IV sec a.C. da un manipolo di grammatici, tra i quali spiccò Paṇiṇi (contribuirono anche Katyayana, II a.C., e Patan͂jali, I a.C.).

Letteralmente saṃskṛtam significa “perfezionato” o meglio “perfettamente confezionato”, deriva in via diretta dal vedico, con il quale sono scritti i Veda, e a sua volta dal protoindoeuropeo. Questa era la lingua agli Arya, i gruppi nomadi dell’Andronovo, società indoeuropea stabilitasi nel nord ovest del’India nel secondo millennio prima di Cristo e proveniente dagli stati a sud dell’odierna Russia: Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Afghanistan. In India, il primo ceppo indoeuropeo si stabilizzò nella punta estrema del Sindhu (Indo) a nord ovest, dando luogo alla cultura dello Swāt, nella zona del Gandhāra, e poi da lì si mischiarono lentamente ai Vallindi, gli Harappan, creando la suggestiva cultura vedica.

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