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Raga Akhetaton Official VIdeo
Raga Akhetaton è un viaggio nell’antico Egitto, e narra il vagabondare di un’anima attraverso lo spazio e il tempo, per ritrovare la strada di casa, l’antica Akhetaton, la Città del Sole. Quando la dedizione incontra il talento si raggiunge l’eccellenza. La versione integrale di 16 minuti di Raga Akhetaton, è stata scritta in occasione dell’usciata del libro Tantra di Luca Rudra Vincenzini, ed è acquistabile qui: Sitar, canto armonico ed elettronica ambientale cooperano per creare un’atmosfera del tramonto che conduce la visione attraverso il deserto egiziano, alla ricerca del Sole-Cuore, Aton. Le foto e i video sono stati girati da me e Nadeshwari Joythimayananda in Egitto durante il nostro ultimo viaggio nell’ottobre 2022, attraverso siti archeologici come Giza, Abu Simbel, Tomba di Nefertari, Akhetaton (Tell El Amarna), tempio di Philae e il Museo Nazionale Egizio del Cairo. Le danze nel video sono eseguite da Nadeshwari Joythimayananda in loco. Testo di Nadeshwari Musiche composte ed eseguite da Ysmail Emanuele Milletti, con il supporto di Matteo Rebora alle tabla. […]
Spanda – la vibrazione
Nello Śivaismo Kāśmīro, troviamo la risposta sul come la percezione acustica e la coscienza siano strettamente connessi, attraverso il concetto di spanda, l’espansione – la vibrazione. Ciò che viene percepito dunque non è più meramente un suono, ma un intenso fenomeno vibratorio, e questi non interessa più esclusivamente il senso dell’udito, ma anche quello del tatto. L’esperienza della percezione della risonanza è dunque altresì definibile come un’espansione sensoriale determinata dall’accumulo di energia nell’area interessata. Si apre la possibilità qui di trovare, nei testi dello Śivaismo Kāśmīro, un’altra importante possibile risposta sul come la percezione acustica e la coscienza siano strettamente connessi, attraverso il concetto di spanda, espansione-vibrazione. “Tale coscienza è (come abbiamo visto), essenziata di cogitare, ed è, come tale dotata d’un suono spontaneo, che mai tramonta, il quale è chiamato (nelle scritture) col nome di supremo, grande cuore. L’autopensare insito nel cuore, dal quale l’universo tutto è sciolto senza residuo, presente nel primo e nell’ultimo momento della percezione delle cose, è noto nella scrittura col nome di «movimento» (spanda), e, precisamente, di «movimento generico» (sāmānyaspanda), naturato da un traboccamento in sé stessi”. Così si legge in Abhinavagupta sullo spanda; il riferimento al cuore riporta al Nādabindu Upaniṣad, dove si […]
Suoni Armonici e Risonanza acustica
Qualsiasi suono noi possiamo udire da un corpo vibrante, non è esistente come fenomeno indipendente, ma è la sintesi di una infinita serie di onde sonore che lo compongono, ovvero gli armonici: questi sono multipli del suono fondamentale. Per fare un esempio, se analizziamo un suono fondamentale la cui frequenza è pari a 131 hertz, gli armonici che lo compongono corrispondono alla frequenza di 131 moltiplicata per uno, due, tre, quattro, cinque, e così via. Man mano che ci si allontana dalla frequenza di base gli armonici crescono in altezza e proporzionalmente la distanza tra essi si accorcia. Prendendo i primi cinque armonici, il primo armonico corrisponde al suono fondamentale; il secondo a questa ma più alta di un’ottava; il terzo alla quinta nota dopo la precedente; il quarto alla quarta nota; il quinto alla terza nota. Nel caso preso ad esempio, 131 hertz corrisponde ad un do, e i suoi primi cinque armonici saranno rispettivamente il do stesso, un do all’ottava sopra, un sol, un do più alto di un’ottava rispetto al precedente e un mi. Continuando l’analisi con gli altri armonici troveremmo tutte le note fino a superare la nostra stessa notazione sconfinando in ambito microtonale. Un aspetto […]
Rasa, luce e suono.
La definizione che Abhinavagupta dà di śānta rasa richiama le caratteristiche della vibrazione nelle sue forme di luce e suono. Quello che accade tra i colori e il bianco pare infatti essere una valida metafora, anzi, un parallelismo luminoso, delle relazioni tra gli apparentemente molti rasa e l’unico śānta. La newtoniana teoria dei colori ci ha mostrato diversi secoli addietro, attraverso il noto esperimento del prisma, come la sintesi additiva dei colori presenti nello spettro visibile dia il bianco, e come la sua rifrazione generi appunto lo spettro dei colori visibili. Non si può negare che un rosso sia rosso; ma non possiamo dire al tempo stesso che esso sia preesistente nella forma di rosso, giacché questi non può esistere indipendentemente dal bianco di cui è una delle componenti, e il bianco è sua volta la sintesi del rosso e tutti gli altri colori dello spettro. Allo stesso modo i vari rasa, che appaiono essere così chiaramente distinguibili tra loro da lasciar intendere che siano preesistenti autonomamente, non essendo in alcun modo separabili da ciò che li sperimenta, e al tempo stesso provenendo dalla coscienza dell’artista che li ha veicolati, non possono essere considerati come indipendenti nella loro molteplicità apparente, […]
Rasa e Dhvani
La teoria estetica Rasa e Dhvani prevede che la stimolazione di un sentimento estetico ben definito attraverso un “oggetto” in questo caso letterario, pittorico o musicale, avviene per via indiretta. Se abbiamo potuto mettere in luce alcune fondamentali relazioni tra suono e coscienza per mezzo della scala musicale e delle dinamiche tenso-distensionali che i movimenti ad essa correlati comportano, con l’analisi diretta degli aspetti emotivi in gioco nell’ascolto musicale giungeremo al nucleo profondo della questione. Tratteremo quindi di seguito il fenomeno della gustazione estetica, reso nella filosofia indiana classica con il concetto di Rasa. Le arti classiche indiane, tra le quali principalmente il teatro, la danza e la musica, condividono finalità e terminologia di base, suggerendo quindi l’idea che esse appartengono ad un unico modello teorico. I contenuti filosofici che mettono in diretta relazione il teatro, la danza e la musica, vengono esposti nella loro prima forma organizzata nel Nāṭya Śāstra, un testo la cui datazione oscilla tra il 200 a.C. e il 200 d.C., ed hanno a che fare con l’esperienza estetica, la cui natura è direttamente connessa al concetto di rasa, essenza. Letteralmente rasa sta per “succo” o “essenza” ma questo termine viene utilizzato per definire sentimenti con […]
Mālinī Śakti
Mālinī Śakti (malini shakti) è un intero album creato da Ysmail in in collaborazione con Luca Rudra e Nadeshwari Joythimayananda, tutte le tracce sono in formato wav e registrate in 432Hz. L’album contiene 5 tracce e uno scritto di Ysmail sul making of dei brani. Oṁ Bhairavāya Namaḥ Oṁ Namaḥ Cāṇḍikāyai Oṁ Namo Bhagavate Rudrāya Oṁ Śrī Mātā Namaḥ Oṁ Namaḥ Śivāya Disponibile ora Album + Scritto sul making of dei brani Un viaggio primordiale tra le divinità e gli archetipi sonori della notte Mālinī Śakti è un concept album, un percorso che inizia con le ultime luci del tramonto, si inoltra nel cuore della notte, e termina con le prime luci dell’alba. Questo viaggio tematico è stato pensato per dare vita a un dialogo dinamico tra il potere vibrazionale del mantra e le atmosfere archetipiche della musica classica indiana. Nel graduale incedere della notte vengono intonati i mantra di divinità maschili e femminili, che trovano via via un loro corrispondente habitat sonoro nei rāga (atmosfere musicali indiane classiche), dai quali provengono le melodie delle voci e degli strumenti utilizzati. Il lavoro su Mālinī Śakti ( malini shakti ) Un lavoro di accurato studio e selezione ha consentito l’emergere di […]
Musica classica indiana e percezione
Nella musica classica indiana le varie sensazioni e sentimenti suscitati appaiono con meno forza espressiva rispetto alla musica occidentale moderna e classica, ed è infinitamente più utile da un punto di vista della ricerca spirituale, lo stato primordiale della mente viene spinto al riconoscimento. Musica orientale e percezione. La musica occidentale, con i suoi picchi emotivi, i suoi alti e bassi, spesso ci porta a sperimentare forti altalene emotive, che però, una volta esaurito l’effetto bio-elettrico delle sue rapide discese e salite, ci lasciano nuovamente nella nostra condizione precedente, anche se senz’altro con nuovi elementi. Da un punto di vista funzionale alla ricerca qui proposta, la musica classica indiana si rende particolarmente più efficace, così come con essa molte musiche tradizionali appartenenti ai culti e al folclore antichi di molte culture umane. Una delle differenze più importanti è infatti l’uso, nella musica classica indiana del bordone. Il bordone non è altro che la nota di base, che accompagna costantemente i movimenti dell’esposizione musicale, senza mai variare: è il suono continuo prodotto dalla tanpura, strumento cordofono classico indiano il cui unico scopo è fornire l’accordo della nota di base ininterrottamente. Tale accordo diventa dunque lo sfondo, il contesto sonoro nel quale […]
Il suono, la vibrazione, la Coscienza – Parte 5
Sfondo e dettaglio, distensione e tensione Continua il nostro viaggio attraverso la musica indiana, impregnata di spiritualità e ritualistica, qui parliamo di sfondo e dettaglio, distensione e tensione . In tutte le vie spirituali che abbiano come obiettivo la realizzazione della non dualità, il percorso passa necessariamente attraverso il superamento del binomio soggetto/oggetto: il senso di separazione, di contrazione che normalmente sperimentiamo a livello sottile e talvolta anche a livello grossolano, è proprio il sintomo costante di tale distorsione concettuale, che, come affermano i testi di molte tradizioni orientali, è alla base di tutti i nostri problemi mondani. Esso è il sigillo da rimuovere per realizzare il risveglio. La membrana Tale senso di separazione è il segno di una rigidità concettuale dalla quale siamo assuefatti, è talmente abituale e quotidiana da apparire per noi come “la normalità” e forse questo è proprio il motivo per cui il termine “normalità” suona spesso così poco gradito. Se potessimo esprimere ciò visivamente potremmo descriverlo come un confine o una membrana (kośa) interposti tra noi e il mondo esterno. Tale immagine potrebbe accompagnarsi a sensazioni fisiche di staticità, carenza di movimento o di contatto, in gradi minori o maggiori in base al momento della […]
Il suono, la vibrazione, la Coscienza : la natura del suono – Parte 4
Āhata / Anāhata: manifesto e non manifesto Abbiamo visto nella parte precedente la meccanica del suono e come funziona a livello fisico. Ora approfondiamo l’argomento svelando la natura del suono a livello più sottile. Se la questione sonora fosse esclusivamente riconducibile alle corrispondenze numeriche, non si giustificherebbe il grande alone di mistero che ancora circonda il fenomeno percettivo-uditivo. Nello stesso modo le onde cerebrali spiegano non la natura della coscienza, ma alcune sue modalità manifestative. A suggerirci la necessità di una più ampia argomentazione è uno dei testi fondamentali per la musica classica indiana: il Saṅgītaratnākara di Śāṛṅgadeva. Il Saṅgītaratnākara di Śāṛṅgadeva. Il testo fu redatto nel tredicesimo secolo, ed espone la tematica del suono a partire dall’aspetto spirituale. per poi descriverne quello energetico. Infine, ci descrive quello che nel testo stesso viene definito come il carattere più mondano e dualistico del suono, ma che porta diretta testimonianza di tutti i precedenti: quello musicale. Nella prima parte del testo si fa menzione proprio dei tre stati di coscienza: veglia, sogno e sonno profondo e questi, nel commentario a cura di Prem Latā Śarma, vengono messi in relazione diretta con quelli occidentali di conscio, subconscio e inconscio. Vengono descritti come i […]
Il suono, la vibrazione, la Coscienza : AUM (AUṀ) – Parte 3
AUM : Onde sonore, frequenze e meditazione Facilmente possiamo riscontrare aspetti comuni tra l’attività elettromagnetica del cervello e le onde sonore: si tratta in entrambi i casi di onde, che sono tali proprio perché vengono emesse e si propagano con ciclicità ritmica. Prendendo il semplice esempio di un sasso che cade nell’acqua, l’impatto della caduta genera nel mezzo di propagazione, che in questo caso è l’acqua, onde concentriche che si espandono ciclicamente e ritmicamente, come un’eco dell’evento originario (l’impatto). Nel caso di un suono questo avviene dopo aver percosso un tamburo o pizzicato una corda. L’energia generata da tale evento meccanico viene propagata nell’aria e diffusa nello spazio circostante. Anche le onde sonore, come quelle cerebrali, vengono misurate in Hertz, ovvero cicli/secondo. Cosa però ci permette di rilevare una diretta relazione tra suono e coscienza? Le strade in questa direzione sono diverse: vibrazionali, simboliche o emotive. Si entra quindi nel campo d’azione della Fonoterapia, nel primo caso, e della Musicoterapia per gli aspetti emotivo/simbolici, nel secondo. Iniziamo con l’aspetto vibrazionale. Studi scientifici e progetti di ricerca stanno mettendo in evidenza come le stimolazioni di luce a intermittenza alla frequenza di 40 Hz siano efficienti nella cura dell’Alzheimer (Massachusetts Institute of […]