Chiara

Ha iniziato la pratica dell’Haṭha Yoga nel 2014 con lo stile Anusāra, ha proseguito poi con lo stile Vinyāsa, incontrando Sara Bigatti, e ne ha fatto il proprio percorso. Ha conseguito con Gisa Franceschelli, Maria Verde e Maria Rosaria Dibenedetto il titolo di istruttrice Yoga Scuola Coni-Csen per l’Infanzia e l’Adolescenza. È allieva di Amadio Bianchi (Svāmī Suryānanda Sarasvatī), presidente presso la European Yoga Federation e la World Yoga and Āyurveda Community, sotto la cui supervisione studia l’Āyurveda e l’Haṭha Yoga. Sempre nel 2014 ha iniziato il suo cammino spirituale, dopo aver ricevuto Śaktipāta da Svāmī Cidvilāsānanda (Gurumayi), all’interno del sentiero Siddha Yoga. Pratica giornalmente Haṭha Yoga, Dhyāna (meditazione) e Svādhyāya (recitazione dei testi sacri). Sta studiando per divenire insegnante certificata di Vinyāsa, collabora con la sezione AISM di Frosinone per il progetto: “Yoga, attività di benessere” ed insegna in classi ordinarie. È, assieme al compagno Luca Rudra, socio organizzatore e fondatore dell’Associazione culturale Krama, nata per la divulgazione della cultura indiana, soprattutto dell’Haṭha Yoga, dell’Āyurveda, dell’offerta rituale (pūjā) e della filosofia dello Śivaismo del Kāśmīr.

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Lo yoga e l’infanzia

“Perché credi sia importante portare lo Yoga e la meditazione tra i ragazzi, anche qui in occidente?”. Quando mi è stata posta questa domanda, la mia mente ha iniziato a ragionare, ad immaginare, a visualizzare tutti i possibili argomenti in risposta. Finché ho dovuto rallentare e respirare, e poi ancora rallentare, per ordinare i pensieri e cercare di trovare delle risposte che racchiudessero, almeno in parte, quello che volevo esprimere. Lo Yoga e la meditazione fanno parte della mia vita quotidiana da circa 7 anni e, una delle pratiche che ho appreso, non così facilmente, è quella di portare l’attenzione sul respiro per passare da una posizione all’altra o per entrare in meditazione profonda. Rallentare e respirare (consapevolmente) sono azioni spesso mancanti nella vita degli adolescenti, perché oggi sembra che sia la velocità a contare e la quantità di cose da fare ad essere importante. Siamo bombardati continuamente da immagini veloci che ci suggeriscono modi di essere e di fare. Che ci esortano ad uniformarci al sistema. I “social” sono sicuramente uno strumento positivo se usato con intelligenza, perché ci permettono di “socializzare”, appunto, con persone che sono distanti e che non possiamo vedere tutti i giorni. Ci avvicinano in […]

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